Cenni storici

Amedeo Rissotto e Aldo Parodi diventano presidenti dell’U.C. Sampdoria

Amedeo Rissotto e Aldo Parodi diventano presidenti dell’U.C. Sampdoria

II periodo del “tutto italiano” durò una sola stagione. L’anno dopo ci fu una vera rivoluzione tra i quadri dirigenti e tra i giocatori. A dirigere la Sampdoria venne eletto Amedeo Rissotto; allenatore fu designato Adolfo Baloncieri, al quale faceva da spalla Gipo Poggi.

Al termine del campionato 1947-48 la Sampdoria risultò al 14° posto. Non tutti erano contenti dell’andamento della stagione. Altro cambiamento di personaggi alla direzione della società e della squadra. Alla presidenza sedeva, ora, Aldo Parodi, un altro dei fondatori della Sampdoria.

Tutte le grandi società guardavano, allora, al Sud America come al paradiso del calcio. La guerra non aveva turbato la vita delle repubbliche sudamericane, il gioco del calcio aveva continuato il suo normale sviluppo, i vivai fornivano ogni anno nuovi campioni pieni di estro e di talento. Cominciarono i primi arrivi di “oriundi”. Alcuni furono eccellenti, come (nel caso della Sampdoria) Lorenzo che sapeva dirigere in modo insuperabile il gioco di squadra e come Curti, che fece impazzire i tifosi sampdoriani, vincendo – si può dire da solo, con due magistrali gol – il derby.

Altri si rivelarono dei cattivi acquisti, come Bello e Gallichio. La Sampdoria si presentò al campionato con una squadra dalla struttura veramente solida e aveva, soprattutto, un attacco che realizzava. Alla fine del torneo segnava, infatti, 74 reti, e la squadra s’era conquistato un superbo 5° posto.

I due anni successivi andarono, quanto a classifica, meno bene: nel campionato 1949-50 la Sampdoria riuscì a raggiungere il 13° posto e la stagione dopo il 12°. Ma ci furono anche, frattempo, maneggiamenti nelle file della squadra e svecchiamenti. Il processo di assimilazione in questi casi non è cosa che richieda poco tempo. Ballico, Coscia, La Penna, Prunecchi, Sabatella e Lucentini furono gli innesti nuovi sul vecchio tessuto. Parodi rimase presidente per quattro anni; alla direzione tecnica, invece, la successione degli allenatori fu continua e talvolta addirittura incalzante. Tornato brevemente Galluzzi, ci fu poi la coppia Foni-Poggi, poi Tabanelli.

La Sampdoria (che tutti ormai chiamavano per brevità Samp) aveva superato i primi esami non solo sul piano cittadino, ma anche su quello nazionale. Non era più considerata una squadra neonata, non commetteva più sul campo errori di ingenuità, ma aveva un suo piglio nell’affrontare anche le più celebri compagini. dava sempre spettacolo, aveva volontà e coraggio.

Anche nell’animo dei genovesi questa squadra, ultima arrivata sulla scena sportiva, aveva fatto breccia: lo si rilevava dal continuo progresso degli incassi e dall’ampliarsi della tifoseria.

« La nascita dell’UC Sampdoria Nuovo cambio all’U.C. Sampdoria: Alberto Ravano diventa presidente »

 


Tratto da “Piccola Enciclopedia dello Sport: U.C. Sampdoria” (1963 – Carlo Carusi Editore)

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