Cenni storici

Nuovo cambio all’U.C. Sampdoria: Alberto Ravano diventa presidente

Nuovo cambio all’U.C. Sampdoria: Alberto Ravano diventa presidente

Ad Aldo Parodi successe Alberto Ravano, uomo dalle idee ampie e chiare e dal sicuro intuito. Ravano rimase alla presidenza ben otto anni, consolidò sotto tutti gli aspetti la struttura della società, le diede un indirizzo amministrativo pratico, sicché anche sotto questo profilo la giovane società aumentò di prestigio. Alla fine del campionato 1952-53 (inizio della gestione Ravano) la Sampdoria si classificò decima, ma dopo quell’annata cominciò una lenta ma sicura ascesa.

General-manager della Samp era Edmondo Costa, in qualità di allenatore venne chiamato Lajos Czeizler, che succedeva a Rava. In seguito ci fu Dodgin, e di nuovo Baloncieri per un breve periodo, infine Eraldo Monzeglio. La poltrona dell’allenatore non sempre risultava comoda a colui al quale veniva affidata. Ma questa incostanza non era del resto caratteristica della sola Sampdoria.

Campionato 1953-54, la squadra di Alberto Ravano si piazzò ottava, e l’anno successivo nona, balzando poi nel 1955-56 al sesto posto, e nella stagione seguente al quinto.

Una flessione col campionato del 1957-58, quando la Sampdoria finì 12°, ma poi di nuovo quinta nel 1959, sesta nel 1960, addirittura quarta nel 1961.

Da questo momento la squadra blucerchiata ha ormai un profilo da grande e matura compagine, sta con disinvoltura alla pari con le grandi, con la Juventus, l’Inter, il Milan. Ha acquistato una parte dei seguaci del Genoa e può contare su una massa di simpatizzanti non inferiore alle 30.000 unità.

Anche la situazione finanziaria è soddisfacente, gli acquisti e le vendite vengono effettuati con oculatezza.

Nelle file sampdoriane si allineano uomini di valore nazionale e internazionale, come il portiere della nazionale azzurra, Beppe Moro, come Fommei, Opezzo, Gotti, Conti, Testa, Podestà, Bernasconi, Ocwirk, Cucchiaroni, Skoglund, Brighenti, Bergamaschi, Toschi, Vincenzi, Vicini, Marocchi.

Poi vengono i Firmani. i Sarti, i Mora, che proprio tra le file della squadra genovese raggiunsero (prima di essere ceduti ad altre società) la loro massima quotazione.

Eraldo Monzeglio, con la sua signorile calma e il suo limpido equilibrio di uomo passato attraverso a tutte le tempeste e quindi abilissimo nell’attraversarle, aveva compiuto il miracolo di creare una solida coesione.

Pareva che tutto dovesse procedere senza più scosse e il quarto posto raggiunto nel campionato 1960-61, era la prova di una complessiva solidità, quand’ecco che il presidente Ravano decideva di dare le dimissioni. Solo in apparenza la situazione dirigenziale era tranquilla: sotto sotto covava la crisi, molti sentivano il bisogno di un mutamento, anche se i risultati potevano lasciare soddisfatti.

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Tratto da “Piccola Enciclopedia dello Sport: U.C. Sampdoria” (1963 – Carlo Carusi Editore)

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